Se, dopo una diagnosi di allergia sistemica al nichel, rigorosamente eseguita in un centro allergologico e non effettuando semplici test così diffusi ma così inaffidabili, si è risultati allergici o sensibili al nichel e bisogna anche intervenire rimodulando le abitudini alimentari è inevitabile chiedersi quali cibi si possono consumare e quali alimenti si devono eliminare? La dieta deve essere rigorosamente individuale perché alle stesse concentrazioni di assunzione di nichel, alcune persone si sensibilizzano mentre altre no! L’approccio giusto è innanzitutto quello di rivolgersi, sempre, agli specialisti e non affidarsi al fai da te o seguire i lunghi elenchi, spesso contraddittori, di alimenti proibiti che si trovano su internet. Una alimentazione a basso contenuto di nichel è difficile da stilare ed è faticosa da seguire, ecco perché va concordata tra paziente e specialista ed è strettamente individuale. L’aspetto nutrizionale, mirato alla disintossicazione da nichel, segue diverse fasi. All’inizio deve esserci una dieta scrupolosamente povera di nichel per poi passare ad un regime di mantenimento, dove si può iniziare a reintrodurre quei cibi a basso contenuto di nichel. Man mano si potrà passare ad alimenti con un contenuto medio e poi elevato fino ad arrivare ad un regime alimentare libero. Tuttavia, non è così semplice, perché la discussione sui diversi approcci medici di intervento è ancora aperta. Attualmente la soglia rispetto alla quale un cibo è considerato ad alto o basso contenuto di nichel non è ancora stata ben definita e questo crea la necessità di una valutazione individuale sulla base dei sintomi personali. I parametri da valutare sono lo stato della parete intestinale, la dieta e la sua incidenza sul pH luminale, la funzionalità renale ed epatica ma anche la reazione del sistema immunitario. Le prime settimane di regime alimentare, benché ripetitive nei pasti, saranno fondamentali per comprendere l’efficacia della dieta intrapresa. Seguire con costanza l’elenco dei cibi permessi porterà a valutare la personale soglia di tolleranza e da qui la valutazione per una reintroduzione di quei cibi ora esclusi. Un impegno che cammina su due fronti, nutrizionista e paziente, senza mai dimenticare che siamo quello che mangiamo!
ALLERGIA AL NICHEL E ALIMENTAZIONE
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